“Noi esseri umani, come specie, siamo creature Musicali non meno che linguistiche, e questo aspetto della nostra natura assume molte forme diverse…
A questo approccio strutturale, in larga misura inconscio, si aggiunge poi una reazione emozionale spesso intensa e profonda.” (Oliver Sacks) Sono molte le ricerche fatte che rivelano che quando il cervello non riceve input da una modalità sensoriale è in grado di riorganizzarsi per sostenere e potenziare gli altri sensi. Altre ricerche hanno confermato che le persone non vedenti dalla nascita, nei loro sogni, visualizzano le immagini proprio come noi, seppur non ne abbiano mai avuto esperienza. Nell’ambito di una proposta musicoterapeutica, il suono e la musica possono aprire canali comunicativi, incrementare la creatività, sviluppare capacità relazionali, aiutare ad elaborare vissuti. La persona non vedente, anche quello che non ha ricevuto un’educazione musicale, ha comunque una propria esperienza di vita che tramite la musica viene risvegliata, prende forma e crea emozioni che evocano delle immagini tramite: la conoscenza di canti; il ricordo di eventi sonori per lui significativi; la ninna nanna ascoltata quando era bambino; , le pratiche sociali inerenti la musica come il ballo, le serenate, i cantastorie, gli strumenti musicali. Questo bagaglio musicale che la persona si porta dentro diventa materiale su cui lavora il musicoterapeuta/musicoterapista. Ogni persona è dunque una persona ricca di potenzialità da attivare, di speranze da alimentare, e di desideri da rispettare. La musicoterapia ha come obiettivo primario quello di valorizzare tutte le funzionalità residue dell’essere umano: la musica diventa così un mezzo per prendersi cura, in un modo nuovo, delle persone non vedenti. La musica può rasserenare l’animo, risvegliare la forza di volontà, stimolare la concentrazione, migliorare le funzioni intellettive, stimolando al contempo la creatività. Esiste una correlazione diretta tra musica, cuore e sistema circolatorio: la musica è un pacemaker naturale, cosicché a seconda della sua velocità il cuore stesso si adatta, aumentando o diminuendo le pulsazioni. La musica rilassante favorisce la forza e l’elasticità muscolare: la tensione dei muscoli diminuisce, liberando la pressione esercitata a carico delle articolazioni. Si riscontrano effetti anche a livello della temperatura corporea: la musica rilassante favorisce l’abbassamento termico, mentre musica compulsiva ne favorisce un incremento. Una strutturata forma ritmica delle vibrazioni proposte riveste un ben preciso significato. La capacità ritmica è primariamente radicata nel corpo: alcune funzioni fisiologiche, come il battito cardiaco o la frequenza respiratoria, sono infatti caratterizzate da un funzionamento ritmico. Sul legame tra suono e movimento recenti ricerche hanno dimostrato la stretta interconnessione tra area motoria e uditiva e hanno dato avvio a una serie di studi molto proficui sull’utilizzo del ritmo nella riabilitazione dei disturbi del movimento (ad es. Morbo di Parkinson, aprassia, emiparesi). Negli ultimi 10 anni infatti, sta prendendo corpo anche un nuovo utilizzo della musica in ambito terapeutico, si tratta di una nuova disciplina che somministra la musica in senso fisico-vibrazionale. Sappiamo tutti che la musica viene usata in senso terapeutico con la disciplina della musicoterapia, non tutti però sanno che la musica, oltre ad avere un’azione emotiva, ha una funzione anche fisiologica sull’essere umano. Il suono, o più precisamente l’onda sonora, è in grado di attraversare i corpi fisici e tramite la vibrazione sonora, induce un movimento all’oggetto che investe, detto movimento è chiamato effetto di risonanza. La terapia vibro-acustica, tramite l’effetto di risonanza, agisce su tutte le fasce muscolari e sulle connessioni nervose riequilibrando le tensioni e donando una migliore reattività. Il concetto scientifico che sta alla base è che le vibrazioni sonore percepite dal corpo fanno sì che il suono si trasformi in energia. È come se il corpo umano ricevendo delle vibrazioni sonore venisse esposto a una sorta di “massaggio interno”, che lo rivitalizza, producendo energia per la messa in movimento dei tessuti coinvolti dalle vibrazioni sonore. Molti sono gli strumenti che vengono utilizzati a questo scopo. I più conosciuti sono le campane Tibetane o i Djiridoo. Nel mercato della stimolazione sonora e sensoriale esistono anche dei lettini sonori e poltrone di vario genere. Io vi accennerò ad un modello che spicca per la sua versatilità e capacità terapeutica. Si tratta della poltrona sonora “AcusticA”. La tecnologia utilizzata nella poltrona “AcusticA” è stata scoperta e brevettata grazie agli studi di un’equipe medico scientifica. Questo brevetto ad oggi risulta essere la migliore soluzione nella conversione del suono in vibrazione, delle informazioni armoniche e delle frequenze sonore presenti nella musica. La sperimentazione su numerosi utenti e lo studio incrociato dei dati con altri ricercatori, hanno consentito la messa a punto definitiva della poltrona sonora “AcusticA”. Costruita come uno strumento musicale, artigianalmente e interamente in legno, si presenta con superfici curve ed arrotondate, priva di angolazioni nette a 90°. La forma della poltrona è stata concepita imitando quella di una chitarra classica ma adeguandola alla struttura del corpo umano seguendo la postura della famosa Chaise longue disegnata da Le Corbusier. La poltrona “AcusticA” funge da cassa armonica senza l’utilizzo di altoparlanti e subwoofer. È un vero e proprio strumento musicale per far suonare il corpo, il suono viene trasformato in impulso fisico da apparecchiature professionali capaci di coprire uno spettro di frequenza compreso tra 20 e 20.000 Hz. In funzione dei suoni, dei ritmi e delle melodie, il corpo entra in risonanza con la struttura e tramite la conduzione ossea, beneficia di un massaggio che coinvolge le fasce muscolari e tutte le terminazioni nervose del corpo. “AcusticA” è uno strumento ideato per far entrare in risonanza ogni cellula del corpo in relazione alle frequenze sonore tramite la trasformazione fisica del suono. Chi riassume con un’analisi acuta questo fenomeno è il prof. Leipp del laboratorio di acustica dell’Università di Parigi:
Il corpo dell’uomo nell’ambito del proprio codice di comunicazione interno, attraverso ritmi e vibrazioni proprie, crea forme musicali, come una vera e propria emanazione di se stesso.
Come dice Denis Gaita:
Il simbolo musicale diventa un sogno che trasforma. Le note in movimento sul corpo ricordano al corpo stesso che la musica fa tacere i pensieri logici e risveglia le esperienze affettive “tracciate sul corpo prima del linguaggio verbale”.